sabato 28 febbraio 2009

Chi dice che lo stress fa male?

Fonte: Il Giornale


Sudi come un cammello, il cuore ti esplode nel petto, la gola è stretta in un nodo, ti senti soffocare, ti sembra di impazzire, forse stai per morire? Tranquillo. È tutta salute. E la nuova teoria scientifica, che poi tanto nuova nemmeno è, arriva dagli Stati Uniti, dove adorano smentire se stessi per poi rinnegarsi di nuovo. Adesso dicono così: lo stress è un perseguitato politico, ha una brutta immagine, lo considerano tutti un tossico, un assassino, uno sfigato, un untore: ti attacca l’herpes, ti fa venire la gastrite, ti riempie di brufoli. Invece è il tuo miglior amico. Accende i sensi, tiene viva l’attenzione, aumenta la memoria, sveglia il cervello. È proprio quando sei sotto pressione che dai il meglio di te, è lui che ti sa motivare come Mourinho nei periodi di crisi come questo: lottare per la sopravvivenza stimola il pensiero creativo e il pensiero creativo risolve tutti i problemi. Anzi di più: lo stress è il sale della vita. Lui, motore dell’evoluzione, ha fatto di noi uomini quello che siamo. Dei ritardati. Ma sempre di fretta.
Il ritorno del lunedì, le bollette da pagare, la ricerca del parcheggio, aiutano a vivere meglio. Ma la psicologa Janet DiPietro, con quel cognome così stressante, fa dei distinguo. Uno: la risposta allo stress dipende dal tipo di infanzia che hai avuto cioè da quanta autonomia ti hanno dato da piccolo. Due: essere un minimo stressate in gravidanza fa bene al piccolo, lo rende già reattivo, gli dà già qualcosa a cui pensare. Tre: lo stress dipende anche dalla motivazione, dalla voglia che hai di arrivare, di avere successo. Se sai dominarlo lo vinci altrimenti ti seppellisce. Quattro: le donne sanno uscirne meglio perché sanno appoggiarsi a una rete di relazione che fa da ammortizzatore. Lo aveva già spiegato una ricerca italiana: al manager stressato le donne preferiscono il muratore. Qualità del prodotto e servizio accurato. Antistress garantito.
Semmai, spiega lo psichiatra, Spencer Rathaus, il problema è un altro. Se lo stress non si sfoga gli ormoni si stancano di essere innestati per niente e diventano bastardi. Succede ai pendolari. Sei su dieci sono stressati. Più dei Top Gun o dei poliziotti del Bronx. Motivo: pensano troppo. Per colpa dei tragitti che non finiscono mai, dei treni sempre in ritardo. Pensare che il vagone, tra i libri, giornali, palmari sarebbe un laboratorio creativo meglio di quello di Gargonza.Poi dipende molto da come uno reagisce alle tensioni. In Italia gli uomini sono più stressati delle donne, Palermo più di Milano, in sette casi su dieci non è il lavoro la causa ma la vita privata e colpisce soprattutto quando non hai un tubo da fare, specie il fine settimana. In Francia invece uno su due è stressato dal lavoro, più le donne che gli uomini, soprattutto quarantenni, peggio se separati e divorziati. Tutti il contrario dell'Australia dove tre su dieci hanno rallentato il ritmo di vita. E in giro, dicono i numeri, non è che ci sia tutto questo stress. Gli svedesi fanno più ferie, i finlandesi hanno più tempo libero, i tedeschi fanno più vita sociale, i francesi più shopping, gli italiani sono quelli che vanno in pensione prima di tutti. A far cosa non si sa.
Per ogni cyber ipocondriaco, wiki maniaco, ipod ossessivo, ci sono quelli che non portano l'orologio, ma leggono l'ombra delle cose, che la vita la prendono slow, liberi dell'ossessione di essere connessi, dall'equazione il tempo è denaro. Cercano in ogni modo di convincerti che hanno ragione loro. Ma sono così stressanti...

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