lunedì 15 giugno 2009

Lo stress lavoro correlato in Italia

Esiste una forte correlazione tra lo stress e le caratteristiche dell’organizzazione del lavoro, come i ritmi lavorativi, le pressioni esercitate sul lavoratore, le azioni ripetitive, il sovraccarico di lavoro e la formazione insufficiente.
L’Accordo europeo dell'8 ottobre 2004definisce lo stress come “uno stato, che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali e conseguente dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto
alle richieste o alle attese nei loro confronti.
L’individuo è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, e queste possono essere considerate positive, ma di fronte
ad una esposizione prolungata a forti pressioni egli avverte grosse difficoltà di reazione. Inoltre, persone diverse possono reagire in modo diverso
a situazioni simili e una stessa persona può, in momenti diversi della propria vita, reagire in maniera diversa a situazioni simili. Lo stress non è una malattia ma una esposizione prolungata allo stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e
causare problemi di salute.”
Oggi, una generale insicurezza dell’occupazione, la precarietà del lavoro e l’introduzione di una sempre maggiore flessibilità nel mercato del
lavoro, nonché lo scarso equilibrio tra lavoro e vita privata sottopongono i lavoratori a pressioni sempre maggiori.
Secondo l’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, lo stress è il secondo problema di salute legato all’attività lavorativa riferito più frequentemente e colpisce il 28 per cento dei lavoratori dei 27 Stati membri
dell’Unione Europea.
In Italia, il fenomeno interessa le lavoratrici con una percentuale doppia rispetto ai colleghi uomini come indicato nel Primo Rapporto sullo stato di salute delle donne in Italia, prodotto nel 2008 dalla Commissione Salute delle donne
del ministero della Salute.

Articolo tratto da Io Scelgo la Sicurezza - Regione Piemonte - Download

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