lunedì 29 giugno 2009

Il rapporto tra decessi sul lavoro e malattie professionali è di uno a quattro

Il rapporto tra decessi sul lavoro e malattie professionali è di uno a quattro. Ovvero: in Italia per ogni morto sul lavoro ce ne sono altri quattro per patologie (aumentate di 3,2 punti percentuali rispetto al 2007) contratte lavorando e manifestatesi nel corso degli anni. Ed è stato il presidente della Camera Gianfranco Fini ad averlo rimarcato. Già, perché nel giorno in cui l'Inail ha presentato il suo report sull'andamento infortunistico definito un "record storico" dal presidente dell'Istituto Fabio Sartori (soglia più bassa dal 1951 con 1120 morti nel 2008 con un calo del 7,2% rispetto al 2007), l'attenzione rischiava di allontanarsi dai casi di malattie professionali (+11% rispetto al 2006) di cui sono vittime i lavoratori del nostro Paese. Diminuiscono quindi gli incidenti mortali ma non per i migranti (143 mila in totale con ben 176 casi nel 2008), tra i precari e neppure tra i cosiddetti incidenti in itinere (che comprendeno il tragitto di strada casa-lavoro e viceversa). Senza parlare di quanti vivono e lavorano nella “bolla” del grigio-nero soprattutto nel settore appalti-edilizia e agricoltura.

Sempre secondo il rapporto Inail dei 1120 infortuni mortali ben 611 sono quelli avvenuti su strada e, precisamente, 335 quelli provocati da circolazione stradale in occasione di lavoro e 276 in itinere. In tema di Testo unico il ministro del Lavoro Sacconi ha parlato della necessità di abolire i "formalismi" semplificando il quadro normativo che non vada nella direzione della "cultura sanzionatoria" quanto piuttosto della promozione della cultura della sicurezza. Da rivedere quindi il tema della "responsabilità penale oggettiva del datore di lavoro".

E' stata peraltro anche rilanciata la possibilità di introdurre la patente a punti per le aziende virtuose che investono in sicurezza. Da non dimenticare che fu l'onorevole Cesare Damiano, per primo, quando era ministro del Lavoro nel governo Prodi, a proporla.

Oggi Sacconi in pratica parla di una privatizzazione forzata della "conduzione" della tutela della sicurezza la cui prima tappa sarà la gestione da parte degli enti bilaterali. Dal canto suo invece l' Inail chiede la rimozione dell'obbligo del deposito infruttifero in Tesoreria o il riconoscimento di un'adeguata remunerazione delle somme depositate (al 31 dicembre 2008 ammontavano a 14,7 miliardi a tasso zero) e l'adeguamento del premio delle rendite del danno biologico subito dai lavoratori infortunati.

"Meno morti sul lavoro record dal dopoguerra" è stato ripetuto in una giornata di ordinaria strage: un uomo falcidiato da un tir su un'autostrada e ben 8 feriti: 4 in un impianto ad Alessandria, 2 travolti insieme all'uomo investito e ucciso e 2 coinvolto nel crollo di una gru a Modena.

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